Secondo Arera (l’autorità di regolazione per energia reti e ambiente) gli aumenti di quest’anno sulle bollette energetiche potranno raggiungere il +131% per l’energia elettrica e il +94% per il gas naturale. Questa situazione emergenziale sta spingendo l’Europa ad accelerare su tre temi: il risparmio energetico, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile. Le manovre hanno il duplice obiettivo di ottenere una maggiore indipendenza energetica e ridurre le emissioni climalteranti.
Sul risparmio energetico gioca un ruolo fondamentale l’efficienza: non a caso a settembre il Parlamento Europeo sarà chiamato ad approvare una proposta di riforma della Direttiva Efficienza Energetica per alzare l’obiettivo generale di Energy Efficiency al 14,5% (rispetto dal 9% indicato nella proposta presentata nel pacchetto Fit for 55).
Per quanto riguarda invece gli altri punti dell’agenda europea occorre ricordare che secondo quanto previsto nel REPowerEU, entro il 2030 le rinnovabili dovranno rappresentare il 45% del mix energetico.
Energia rinnovabile: il fotovoltaico accelera
In Italia si registra un’importante accelerazione degli investimenti nel comparto fotovoltaico – il primo trimestre del 2022 registra una potenza installata pari a 377 MW con una crescita del 116%. L’obiettivo definito nell’agenda della transizione energetica è sfidante, e per un decisivo cambio di passo sarà necessario mettere a punto un quadro normativo chiaro, dei processi burocratici più snelli e semplificati, meccanismi incentivanti. Questa è la richiesta principale del mercato ed è in linea con la direzione che sta prendendo anche l’Italia. Ne è una dimostrazione il recente decreto-legge sull’energia il cui iter di conversione ha visto l’introduzione di nuove semplificazioni per facilitare la realizzazione di impianti fotovoltaici, anche a terra.
E le altre fonti di energia rinnovabile?
Fino ad oggi l’impiego di energia rinnovabile non è cresciuto ad un ritmo tale da colmare il divario con i combustibili fossili. I motivi di questo ritardo sono diversi: primo fra tutti la difficoltà di garantire stabilità alla rete, un fattore importantissimo soprattutto se si pensa alle necessità energetiche dei processi industriali che non possono andare incontro ad interruzioni improvvise. C’è poi un tema burocratico, con un sistema di autorizzazioni complesso, un numero elevatissimo di progetti in corso di autorizzazione, e una complicazione ulteriore rappresentata dalla necessità di tutelare il paesaggio da parte della sovrintendenza, un aspetto che interessa da vicino impianti eolici e fotovoltaici.
Certo, la ricetta per la soluzione appare semplice: investimenti in tecnologia per perfezionare i sistemi di storage e aprire la via ad altre fonti di energia rinnovabile, al momento ancora poco mature per una diffusione su larga scala (come ad esempio l’idrogeno). Ma è una ricetta che richiede tempo.
Oltre all’utilizzo delle risorse rinnovabili, quali altre opzioni abbiamo oggi per una maggior indipendenza energetica?
Per affrontare nell’immediato la crisi non dobbiamo dimenticare gli effetti portati dalle soluzioni di efficienza energetica: in ingegneria, l’efficienza energetica di un sistema fisico rappresenta la sua capacità di ottenere un risultato utilizzando meno energia, aumentando il rendimento generale e consentendo dunque un risparmio energetico ed una riduzione dei costi di esercizio. Tra gli interventi di efficientamento, la cogenerazione, specialmente per alcune tipologie di industrie, copre un grosso fabbisogno energetico con tassi di efficienza elevati.
Cos’è la cogenerazione?
Con il termine cogenerazione si intende la produzione combinata di energia elettrica e di energia termica ottenute mediante appositi impianti alimentati dalla stessa energia primaria (per esempio gas naturale), al fine di massimizzare l’utilizzo del combustibile.
Quali sono i vantaggi di un impianto di cogenerazione
La cogenerazione genera energia in maniera efficiente attraverso il recupero del calore di scarto (un sottoprodotto comune nei processi industriali) riducendo la domanda di combustibile e quindi delle emissioni di CO2 a livello globale. La riduzione della domanda di energia primaria comporta un risparmio che si traduce anche in termini economici. Inoltre, grazie all’autoproduzione dei vettori energetici (energia termica ed elettrica ma nel caso della cogenerazione in assetto trigenerativo anche energia frigorifera), la cogenerazione consente una maggior indipendenza dalla rete elettrica.
Rispetto alle fonti rinnovabili, allo stato attuale, la cogenerazione garantisce un apporto di energia costante e calibrato sul fabbisogno, maggior indipendenza dalla rete, maggiori tassi di efficienza e una certa versatilità che la rende una tecnologia idonea ad accogliere future innovazioni (per esempio l’idrogeno, quando sarà disponibile nelle quantità e nelle modalità adeguate).
In presenza di scenari incerti e con quadri normativi in evoluzione le aziende e gli imprenditori hanno bisogno di partner affidabili, in grado di assumersi il rischio d’impresa e garantire il successo dell’intervento di efficienza energetica proposto.
La formula Share to Save di GESCO: l’Energy Performance Contract che azzera l’investimento per l’azienda partner
È così che nasce la formula Share to Save di Gesco , un Energy Performance Contract potenziato. In questa formula, l’intervento di efficienza energetica è finanziato in toto da GESCO, sollevando così l’azienda partner dall’onere dell’investimento: nessun CAPEX, quindi più liquidità per sostenere il core business aziendale. Verrà corrisposto a Gesco solo un canone mensile, calcolato in funzione dei vettori energetici prodotti dal nuovo impianto ed autoconsumati dallo stabilimento, ad un prezzo speciale: infatti, ai vettori energetici forniti dal cogeneratore verrà applicato uno sconto dinamico, basato sui prezzi corrisposti tempo per tempo dalla stessa azienda per acquistare le quantità residuali dalla rete.
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